Antonello Cabras (2007)


da La Nuova Sardegna
31 dicembre 2007

«La priorità è
ricostruire
la maggioranza»



Il segretario del Pd a Soru:
«Prematuro pensare alla candidatura»

di Filippo Peretti

CAGLIARI. C’è una priorità assoluta nel Centrosinistra sardo: ricompattare la maggioranza iniziando a ricompattare il Partito democratico. E’ il pensiero del segretario del Pd, Antonello Cabras. Se non si ritrovano le ragioni dello stare assieme, sarà difficile - spiega in questa intervista - non solo governare con efficacia ma anche ripresentarsi bene alle prossime elezioni del 2009. I
prossimi giorni saranno decisivi, anche per le sorti della Finanziaria. E sullo sfondo già si avvertono nuove tensioni per come Renato Soru si è ricandidato alla presidenza della Regione.

- Antonello Cabras, il presidente Soru ha minimizzato i contrasti nella maggioranza. Anche lei è di questa opinione?
«Ci sono problemi ancora da risolvere, tanto è vero che siamo da tempo in una posizione di stallo».

- Provocato da cosa?
«Ciascuno sta sulla propria idea pur sapendo che da sola non è in grado di risolvere alcunché. Nei prossimi giorni bisogna decidere».

- Iniziamo dal problema dei problemi nel Pd, la scelta del capogruppo. Il braccio di ferro tra Siro Marrocu e Antonio Biancu sarà risolto prima dell’assemblea del partito fissata per il 4 gennaio?
«Così presto mi pare difficile, ma va risolto certamente prima che la Finanziaria arrivi in aula».

- Lei è contrario alla staffetta?
«E’ un’ipotesi di cui si parla, si può fare solo c’è il consenso. Dopo uno stallo così lungo bisogna trovare qualcosa che sblocchi la situazione».

- Perché ha detto che sarebbe giusto assegnare l’incarico a un ex della Margherita, cioé a Biancu?
«Per ragioni di equilibrio politico che nel Pd bisogna tener presenti almeno nella fase di partenza: il segretario viene dai Ds, il presidente della Regione da Progetto Sardegna, il capogruppo può benissimo andare all’area della Margherita».

- Quindi cade l’ipotesi della staffetta?
«Non è detto. La staffetta, con la partenza di Marrocu, non nega l’incarico alla Margherita, lo colloca in un secondo momento».

- Forse per dare modo a Marrocu di aspettare il rimpasto di giunta e diventare assessore?
«Non c’è l’ipotesi dell’assessore nella trattativa. La giunta è nelle mani del presidente».

- E Soru ha detto di non volerla coinvolgere nelle questioni di fine legislatura.
«Ha ragione, anche se poi deve preoccuparsi di avere una maggioranza con sè».

- Lei è preoccupato?
«La priorità politica assoluta è rimettere insieme la coalizione. Ci sono già problemi con lo Sdi, con l’Udeur, ci sono dissensi di merito con Rifondazione, se domani l’elenco si allungasse la maggioranza sarebbe davvero a rischio. Non è la condizione migliore né per governare né per prepararsi alle elezioni. L’attività del consiglio regionale mi sembra che stia procedendo già molto a rilento».

- Come risolvere il caso dei Consorzi industriali?
«Non è facile, perché la discussione si sta ideologizzando. Non si discute seramente nel merito».

- Lei è favorevole all’abolizione proposta dalla giunta?
«E’ la più coerente, in linea con quanto previsto dalla Finanziaria nazionale che riduce il numero dei soggetti intermedi e che affida i compiti a Regioni, Province e Comuni. E’ una linea da cui non si può sfuggire».

- La commissione Industria, con la maggioranza divisa, ha invece approvato la riduzione da sedici a otto. Un compromesso?
«Intanto c’è una difficoltà oggettiva quando una maggioranza si divide e una parte vota con l’opposizione compatta. Non è un problema di numero di consorzi, ma di efficacia e modernità del servizio da offrire agli utenti».

- Non è possibile un accordo?
«Se si esce dalle contrapposizioni ideologiche sì, se invece si dice no perché la proposta è del presidente della giunta o no perché è del presidente della commissione, allora non si va avanti».

- Ha un’idea per una mediazione possibile?
«Partendo dall’idea che i Consorzi come sono ora non servono più, si può evitare il commissariamento e prevedere una fase transitoria per risolvere i non pochi problemi patrimoniali e per concordare bene il ruolo di Province e Comuni».

- C’è il rischio che il disaccordo sui Consorzi travolga la Finanziaria?
«Non è detto che su un tema specifico si debba necessariamente arrivare a uno scontro insanabile. Nella Finanziaria ci sono tante altre cose importanti. Vero è che mettere una riforma nella Finanziaria è forse improprio».

- Un altro tema che sta già provocando tensioni è quello della leadership elettorale. Soru ha ufficialmente riproposto la sua candidatura.
«Il presidente aveva già detto che si sarebbe riproposto attraverso il metodo delle primarie. Nella coalizione sono ormai uno strumento permanente ed è quindi legittimo farsi avanti».

- Ma c’è chi dice che sia un segno di debolezza fare ricorso alle primarie per un presidente che ha svolto solo un mandato.
«Il primo segno di debolezza, se per questo, è che abbiamo messo il possibile candidato presidente nelle primarie del partito con l’idea di anticipare il giudizio anche sulle elezioni».

- E’ stato Soru a proporsi.
«E di quella inopportunità si era parlato. Ha avuto un esito chiaro anche se di misura. Ed è anche su quella base che il presidente pensa di riproporsi con le primarie».

- Ma non dovrebbe essere un tema di coalizione?
«E già. E’ del tutto legittimo proporsi, salvo poi sentire le opinioni degli altri. Io personalmente preferisco capire prima le opinioni degli altri e poi fare una sintesi».

- Nazionalmente c’è chi pensa che il Pd possa presentarsi da solo alle elezioni. E alle regionali?
«Non sarebbe una scelta saggia, salvo che non ci siano contrasti che ti constringano, ma contrasti di questo peso non ne vedo. Nazionalmente è diverso».

- Perché?
«Perché qui c’è l’elezione diretta del presidente, che è di per sé fattore di stabilità. Nazionalmente non c’è un sistema stabile e la stabilità devi garantirla con una fortissima coesione progreammatica e politica. La scelta dipende dalla qualità delle relazioni politiche e da come arrivi alla elezioni, se a fine legislatura e in anticipo a causa di conflitti».

- Quindi la maggioranza regionale secondo lei si riproporrà anche per la prossima legislatura?
«Penso di sì, le divisioni non sono di grande contrasto politico. Le attribuisco più a errori su alcuni passaggi delicati, come la legge statutaria. Credo che si possa trovare una convergenza anche con il Psd’Az, io mi ripropongo di cercarla. Del resto stiamo governando assieme in Province e Comuni».

- L’opposizione chiede le elezioni regionali anticipate. E’ uno sbocco possibile?
«In caso di dimissioni del presidente per contrasto su questioni forti. Altrimenti no, non credo che 43 consiglieri regionali siano disposti a dimittersi contemporaneamente. Il centrodestra inizi a raccogliere le firme e vediamo».

- E’ possibile che alle primarie spunti un altro candidato nel Pd?
«Mi sembra difficile. Certo, è possibile, non si può escludere se si arriverà a primarie in assoluta libertà, ma sarebbe inopportuno. Come quando il presidente si è candidato a fare il segretario. Non era vietato, ma inopportuno».

- Quando si svolgeranno le primarie?
«Penso all’inizio del 2009, ma devono decidere insieme tutti i partiti della coalizione».

- Perché stavolta non in autunno?
«Non lo so, può darsi che sia così. Ma farle troppo presto rischia di bloccare definitivamente l’attività della giunta e del consiglio. Abbiamo visto cosa è successo in Sardegna con le primarie del Pd».