Claudia Zuncheddu


da La Nuova Sardegna
3 febbraio 2009

«Solo per puro potere
hanno tradito
una storia gloriosa»


di Filippo Peretti

CAGLIARI. Claudia Zuncheddu, medico, amante dell’Africa e appasionata di rally, è la consigliera comunale di Cagliari che ha scatenato la battaglia contro il vertice del Psd’Az e ha dato vita, assieme ad altri, ai Rossomori. La formazione comprende sardisti e verdi, si è presentata in cinque collegi provinciali e sostiene la candidatura di Renato Soru.

— Claudia Zuncheddu, il sardismo è obbligatoriamente di sinistra?
«Assolutamente sì».

— Perché?
«Tutti i valori su cui poggia la creazione del Psd’Az sono progressisti».

— Quali sono quelli fondamentali?
«Europeismo, democrazia, autonomia, antifascismo».

— Il vostro nome, rossomori, è di ispirazione lussiana, in contrapposizione ai fasciomori, cioé i sardisti che erano passati con Mussolini.
«I fasciomori tradirono il sardismo, proibirono l’uso della lingua e contribuirono a privare i sardi della libertà».

— Paragonate Berlusconi a Mussolini?
«A me basta che sia Berlusconi».

— Cosa gli contesta?
«E’ il leader della peggior destra, vuol fare della Sardegna una sua personale colonia».

— Perché, secondo lei, il Psd’Az ha scelto il Centrodestra?
«Non è il Psd’Az, è un gruppo ristretto che ha svuotato il partito per fini personali».

— Il consiglio nazionale, però, ha votato a grande maggioranza.
«Non è la maggioranza del partito».

— Come fa a dirlo?
«Le iniziative devono partire dalla base, che invece apprende tutto dalla stampa».

— Da quando è iscritta?
«Sette, otto anni».

— Non è molto.
«Sono di famiglia sardista e io stesso sardista da sempre».

— Perché si è iscritta così tardi?
«Sono rimasta alla larga dal partito per via delle contraddizioni».

— Quali contraddizioni?
«Mio padre contestava l’alleanza con la Dc, e la Dc era centro, non destra. Io assorbivo quel clima».

— Chi sono i sardisti ai quali si ispira?
«Emilio Lussu innanzitutto».

— Anche lui uscì a sinistra.
«Ma morì sardista».

— Gli altri?
«Bellieni, l’ideologo. Simon Mossa l’internazionalista che si batteva per la limba e di lingue ne parlava sette, Giacobbe delle lotte con il Pci a favore degli agricoltori».

— Tra le personalità più recenti?
«Mario Melis, che ha chiuso un’era».

— Torniamo all’oggi e a queste elezioni. Giacomo Sanna, il segretario del Psd’Az, dice che non siete rossomori ma Sorumori.
— «Maldicenze».

— Altri dicono che nel partito non la conoscono.
«Ero candidata col Psd’az alle politiche di aprile: vuol dire che votavano già da un’altra parte».

— Veniamo al dunque: quale è il vostro rapporto con Soru?
«Un rapporto dialettico molto forte».

— Cosa intende per dialettico?
«Dialoghiamo. Certo non siamo esecutori di ordini».

— Cosa promuove dell’esperienza Soru?
«Dopo sessant’anni di autonomia fallimentare ha rotto le dinamiche di una casta politica che ha fatto solo danni».

— Le idee più convincenti di Soru?
«Il suo volgere lo sguardo all’Europa. E’ il grande obiettivo sardista».

— Cosa ha condiviso di più dell’azione di governo?
«Tutta la parte ambientalista, che fa parte della nostra identità. E poi la cultura e l’istruzione, la smilitarizzazione e la bonifica del territorio, la battaglia su Tuvixeddu, la lingua sarda e contemporaneamente la diffusione delle lingue straniere».

— Qual è invece la cosa che non l’ha convinta?
«La lotta alla disoccupazione».

— Cosa è mancato?
«Non c’è stato l’incremento sperato del lavoro».

— Per quale ragione?
«Forse la costruzione di uno sviluppo ecocompatibile fondato sull’ambiente richiede più tempo».

— Ottimista?
«Credo che il lavoro arriverà in seconda battuta».

— Che voto dà a Soru politico?
«Gli darei poco».

— Come poco?
«Da politico si è circondato di un entourage non all’altezza».

— Che voto dà a Soru uomo di governo?
«Otto e mezzo».

— L’assessore che l’ha convinta di più?
«La Dirindin, nonostante i grandi conflitti».

— Quali conflitti?
«E’ un grande risultato che la sanità sia oggi in attivo, ma a pagare sono stati soprattutto medici e personale».

— E’ da sardista scegliere un assessore piemontese?
«Forse è giusto così».

— Perché?
«La situazione della sanità era talmente compromessa che nessun sardo poteva metterci mano».

— Qual è la sua priorità programmatica?
«L’ambiente, è la nostra cultura, la nostra ricchezza. Deve darci anche il lavoro».

— Cosa pensa del G8 a La Maddalena?
«Tutti quei potenti qui non li avrei voluti. Noi siamo un popolo di pace».

— Al posto di Bush ora c’è Obama.
«Certo, questo cambia molto, uno che apre il mandato parlando con gli arabi!».

— Allora il G8 forse non è così sbagliato.
«Ma vorrei sentire un no davvero corale a tutte le guerre».