Giorgio La Spisa


da La Nuova Sardegna
1 febbraio 2009

«Ridaremo ossigeno
alle imprese,
le leggi sono pronte»

di Filippo Peretti

CAGLIARI. Giorgio La Spisa, 51 anni, padre di tre figli, ha alle spalle due legislature regionali. Nella prima è stato presidente della commissione Bilancio e assessore all’Industria, in questa che si sta concludendo ha guidato il gruppo di Forza Italia svolgendo il ruolo di spina nel fianco della giunta Soru e del Centrosinistra. Il suo nome era circolato tra i «papabili» per la presidenza della Regione. Nel nascente Pdl è uno degli esperti di economia.

— Giorgio La Spisa, lei, come leader dell’opposizione, è accusato da Soru di aver pensato solo a distruggere.
«Abbiamo fatto tante proposte. Se ci avessero ascoltato la Sardegna avrebbe evitato i danni e loro le brutte figure».

— Qual è il bilancio della legislatura in tema di politiche di lavoro?
«Fallimentare, come tutta l’azione di Soru».

— Demagogia elettorale?
«Non ne occorre, parlano le statistiche»

— Cosa dicono?
«Negli ultimi anni disoccupazione e povertà sono cresciute vertiginosamente».

— Rifondazione, con Michele Piras, rilancia il “reddito di cittadinanza”. Cosa ne pensa?
«E’ un eufemismo per nascondere l’assistenzialismo».

— Perché è contrario?
«Perché uccide sul nascere le capacità dei giovani».

— Lei è più ottimista?
«Il nostro assetto sociale radicato nella tradizione cristiana è un punto di partenza fortissimo verso lo sviluppo».

— In che senso?
«Aiuta a far emergere energie e libertà di ciascuno».

— Che fare in concreto?
«Bisogna rovesciare la logica della giunta uscente».

— Quale logica?
«La logica dirigista e statalista contraria allo sviluppo. Noi vogliamo coniugare gli interventi per l’occupazione con la politica di sviluppo».

— Facile a dirsi.
«Basta intanto ridare ossigeno all’economia. Soru ha sprecato risorse e bloccato le imprese».

— Può spiegare in concreto la vostra alternatiova?
«Ha due profili: uno di metodo, l’altro di contenuto».

— Il metodo?
«Riavvieremo il confronto e il dialogo con la società».

— Il contenuto?
«Rilanceremo, coordinandole, le leggi di settore».

— Quale differenza con la giunta attuale?
«Soru ha puntato tutto sulla progettazione integrata con meccanismi complicatissimi. Così rischiamo di restituire all’Ue i soldi non spesi».

— In questa fase avete puntato molto sul confronto con le imprese. Perché?
«Chiedono fiducioa e certeza del diritto, due aspetti calpestati dall’integralismo, come nell’urbanistica».

— In caso di vittoria abrogherete tutte le leggi che non avete votato?
«Non siamo dei rivoluazionari giacobini».

— Cosa farete?
«Correggeremo i tanti errori di questa giunta e riprenderemo una sana politica riformista per ricostruore quanto distrutto in questi anni».

— A proposito di costruzioni. Vi accusano di voler riprendere la grande cementificazione.
«E’ una volgarità propagandistica».

— Ma confermerete i vincoli?
«I vincoli non sono di Soru, sono del Codice Urbani. E Urbani li ha messi con il governo Berlusconi».

— Ma voi avete accusato Soru.
«C’è una bella differenza. Il Codice Urbani impone la salvaguardia ma senza bloccare l’economia».

— Correggerete anche il Piano paesaggistico allargando le maglie?
«Guardi che è con il Ppr di Soru che sono possibili le speculazioni».

— Riapre la polemica?
«La verità è che le maglie non sono strette per tutti. Chi decide è la giunta. Noi metteremo norme uguali per tutti, senza integralismi e senza discrezionalità».

— Vincoli meno forti in nome dello sviluppo?
«Non è questo».

— Cos’è, allora?
«La salvaguardia è fuori discussione. Il Codice Urbani è una garanzia. Noi, però, diciamo che deve marciare almeno l’economia ecocompatibile».

— Cosa pensa di Ugo Cappellacci?
«Intelligente, con una grande capacità di ascolto e di confronto. Può assicurare la netta discontinità con il metodo arrogante di Soru».

— La presenza di Berlusconi rischia di nascondere Cappellacci?
«Il punto è un altro: serve o no un governo attento ai problemi dell’isola?».

— Berlusconi è attento?
«Ricordo la crisi della chimica superata nel 2003 con l’accordo di programma. Ora nuove iniziative. Sono cose positive».

— E il principio della schiena dritta?
«L’orgoglio presidenziale si è rivelata una recita inutile».

— Ma un governo deve per forza essere amico?
«No, ma ci vuole da parte di tutti buona volontà e una sana dose di umiltà. Il rapporto non deve essere pregiudizialmente conflittuale».

— Vi accusano di non avere un programma.
«Abbiamo già i disegni di legge pronti».

— Chi li ha scritti?
«Sono il frutto del confronto con le migliori competenze che abbiamo consultato negli incontri chiamati Via Libera».

— Su quali temi?
«Dallo Statuto a trasporti, telecounicazioni, energia, acqua, scuola, casa, famiglia, credito, incentivi alle imprese, comprese quelle artigiane e agricole. E i punti del nuovo piano sanitario».