Giacomo Sanna


da La Nuova Sardegna
3 febbraio 2009

«Noi indipendentisti,
le alleanze
ci portano alla meta»


CAGLIARI. Giacomo Sanna, ex segretario e dall’ultimo congresso presidente del Psd’Az, è il candidato dei 4 Mori nel listino di Centrodestra capeggiato da Ugo Cappellacci. Alle politiche del 2006, dopo la rottura definitiva col Centrosinistra, Sanna, ex assessore e consigliere regionale, si era presentato in lista con la Lega per un fatto tecnico. Questo accordo «solo programmatico» è il primo dei sardisti con lo schieramento berlusconiano.

— Giacomo Sanna, perché il Psd’Az a destra?
«Non è un problema di destra o sinistra».

— E che problema è?
«Di interlocutori».

— A sinistra non ne ha trovato?
«Soru non ha voluto il dialogo. Sono quattro anni che non lo sento».

— Comunque sia, lei ha governato sempre col Centrosinistra. Non la imbarazza stare col Centrodestra?
«Dieci anni fa sarebbe stato strano. Ora è nelle cose».

— In che senso?
«Caduto il muro di Berlino tutti si sono messi a guardare avanti. Solo noi dovremmo fermarci al passato?».

— Restate indipendentisti?
«Sempre, questo è il punto fermo».

— La spaventa la scissione dei Rossomori?
«Ma quale scissione?».

— Non lo è?
«In quelle liste ci sono appena quattro nostri tesserati, gli stessi che avevano votato per Soru».

— Lei li ha chiamati sorumori. Perché?
«Hanno bisogno di un padrone politico. I veri sardisti non ne hanno».

— Loro vi hanno definiti fasciomori.
«Imbecillità».

— Berlusconi vi userà per colonizzare la Sardegna?
«Berlusconi non sarà mai il padrone del Psd’Az. Un padrone c’è stato alla Regione negli ultimi quattro anni e mezzo e noi l’abbiamo rifiutato».

— Il segretario del Psd’Az, Trincas, dice che userete il Pdl per la lotta indipendentista. Ci crede?
«E’ così, noi useremo il Pdl. Da soli non ce la faremo, abbiamo bisogno della forza altrui, come fanno le minoranze in Europa. Solo per noi si grida allo scandalo».

— Quindi destra o sinistra sono uguali?
«Un accordo programmatico lo posso fare sia con Berlusconi sia con Veltroni».

— Perché non l’ha fatto con Veltroni?
«E’ come Soru, non ci ha cercato».

— E Cappellacci?
«Ce lo ha offerto, gli abbiamo consegnato i punti fermi, li ha condivisi. Tutto qui».

— Lei si fida?
«C’è un patto sui tempi di attuazione».

— Cosa dice?
«Se le risposte tardano l’alleanza finisce. Alcune stannogià arrivando».

— Quelle annunciate da Berlusconi?
«Sì, come l’insularità».

— A proposito di Berlusconi, Trincas gli ha regalato la bandiera dei 4 Mori. Lei lo avrebbe fatto?
«Se è un gesto di ospitalità e di educazione è una cosa».

— Altrimenti?
«Altrimenti no, è chiaro. Ma Trincas lo ha fatto come gesto di ospitalità, tutti lo sappiamo».

— Ne è sicuro?
«A nessun sardista viene in mente di cedere la propria bandiera. E Trincas è sardista. Questo è sicuro».

— Nel patto col Pdl c’è un punto sul conflitto di interessi. E Berlusconi?
«Quello del Cavaliere è un conflitto di interessi a livello italiano. Qui è diverso».

— Qui la legge c’è.
«Sì, ma consente al presidente di far partecipare le proprie società alle gare della Regione, basta che ci pensi il gestore fiduciario. Una barzelletta».

— Torniamo al voto. Non teme la concorrenza delle liste indipendentiste?
«No, ci siamo già misurati».

— Perché stavolta non siete da soli?
«Ormai è pacifico che il sistema bipolare annienta tutto ciò che sta in mezzo. Non si può non tenerne conto».

— Come sta reagendo il vostro elettorato?
«C’è grande euforia».

— Più di quando andavate da soli?
«Certo, perché allora si capiva che la battaglia era persa in partenza, oggi si corre per vincere».

— Claudia Zuncheddu dice che nel Psd’Az non c’è più democrazia.
«Mi fa sorridere. Ce n’è talmente tanta che una minoranza pretendeva di decidere al posto della maggioranza».

— Da quando è nel Psd’Az?
«Da più di trent’anni».

— Sempre in maggioranza?
«No, molte volte non ho condiviso le scelte ma non ho mai pensato di non rispettarle o di andarmene».

— Perché le federazioni sono commissariate?
«Un fatto organizzativo».

— Trincas vuole querelare Soru per l’accusa sulle speculazioni edilizie. Condivide?
«Ha fatto bene, non siamo mai stati cementificatori. E poi ci viene ad accusare proprio Soru».

— Perché non potrebbe?
«Cerca noi dopo aver firmato 120 accordi di programma e averne preparato altri 80, per oltre un milione di metri cubi. C’è il blocco assoluto ma la giunta decide chi può costruire e chi no».

— C’è una legge che assegna questo potere.
«E noi contestiamo la discrezionalità, che ha favorito gente come Colaninno, Ligresti, Tronchetti Provera, un ex presidente della Fiat...».

— Al di là delle polemiche, come giudica l’azione della giunta regionale?
«Sono più le cose negative».

— La più negativa?
«La concentrazione di potere su un uomo solo e l’annientamento del Consiglio».

— La cosa più positiva?
«Le dimissioni».