Luigi Zanda


da La Nuova Sardegna
19 gennaio 2007

"Non è un parto indolore
ma il Pd nascerà"


di Filippo Peretti

In tutti i capoluoghi regionali, in contemporanea, la Margherita ha celebrato ieri la Primavera italiana. L'avvio, come ha spiegato Francesco Rutelli in un video, di una stagione politica che arriverà sino alla costituzione del Partito democratico attraversando la difficile sfida di governo. A Cagliari, assieme al vertice sardo, c'era Luigi Zanda, sardo eletto in Liguria, vice presidente del gruppo dell'Ulivo al Senato. L'altro ospite, il ministro della Difesa Arturo Parisi, ha cambiato programma all'ultimo momento a causa di impegni istituzionali.

Luigi Zanda, viste le tensioni, il progetto del Partito democratico è a rischio?
"Tutte le madri sanno che man mano che ci si avvicina al parto aumentano i dolori".

Le tensioni sono quindi fisiologiche?
"Sì, sono segno di buona salute. Vuol dire che c'è attenzione, passione, voglia di partecipare attivamente. Direi proprio come una volta".

Lei sottolinea gli aspetti positivi ma non può negare che ci siano anche molte preoccupazioni?
"Le preoccupazioni derivano dalla gravità dei problemi. Mi preoccupano i problemi del Paese".

Ma infatti c'è chi sostiene che sarebbe meglio concentrarsi sull'azione di governo piuttosto che sul nuovo partito. Cosa risponde?
"La prima emergenza dell'Italia è la crisi del sistema politico. La funzione del Partito democratico è proprio quella di rispondere alla crisi".

Ci sono forti divisioni nei Ds. E la Margherita?
"Sta dando segni di grande vitalità. Questa iniziativa della Primavera italiana apre una stagione politica decisiva".

Un lungo avvio di campagna elettorale?
"C'è dell'altro. Arriva a otto mesi dall'uscita di scena del governo Berlusconi e dall'insediamento del governo Prodi, precede il congresso di aprile. Solo dopo ci saranno le elezioni".

E sul Partito democratico?
"Nella Margherita siamo molto uniti e questa compattezza ci condurrà alla nascita del Partito democratico, con il congresso costitutivo del 2008".

Con i Ds restano però forti contrasti sulla collocazione europea. Come risolverli?
"Secondo me è meglio parlarne a partito realizzato. Farlo ora con veti e ultimatum è partire col piede sbagliato".

Elude il problema?
"No. E' un grande tema per l'avvio del nuovo partito".

Qual è la sua posizione?
"Non ho pregiudizi".

Condivide le resistenze dei diessini?
"E' sbagliato chiedere ai socialisti di strappare la tessera socialista".

E quelle della Margherita?
"E' sbagliato chiedere a chi non Å socialista di entrare nel Pse".

Bene. Che fare, allora?
"Mi sono piaciute le parole del sindaco di Torino, Chiamparino".

E cioè?
"Che bisogna interrogarsi su che cosa vuol dire essere socialisti in Europa nel terzo millennio".

Non minori contrasti tra i due partiti esistono sui temi dell'etica. Si troveranno gli accordi?
"Troveremo buone soluzioni come abbiamo fatto al Senato sulle cellule staminali".

Sono conciliabili le posizioni, oggi molto distanti, tra laici e cattolici?
"Sì, ma riconosco che sono temi difficili, un misto di etica e di scienza".

Come farlo?
"Bisogna avere in mente una bussola morale ma conoscere bene anche la situazione del Paese, le moderne terapie, le scoperte scientifiche".

Qual è l'ostacolo più difficile da affrontare?
"Io diffido di chi pretende di avere certezze rigide, perchè è sempre molto rischioso tradurre in leggi le regole morali".

Per intenderci, il Papa è tra coloro che hanno certezze rigide?
"Il Papa deve avere certezze rigide perchè parla di morale. E noi, per me almeno è così, dobbiamo tenere in gran conto le sue parole...".

Stava per dire però...
"Però, tenendo presente la bussola, noi facciamo leggi e dobbiamo essere laici".

Lei è vice capogruppo dell'Ulivo al Senato. Secondo Gavino Angius il gruppo unico Ds-Margherita non è partito bene come laboratorio per il Pd. Qual è la sua esperienza?
"Il gruppo unico è, al momento, un soggetto innaturale perchè di solito si fanno prima i partiti. Tenuto conto di questo, sia alla Camera sia al Senato hanno tenuto una politica esemplare".

Siamo partiti dalla crisi politica. E la crisi economica?
"E' l'altra grande sfida. Penso al debito pubblico: 1.600 miliardi di euro, nel 2007 pagheremo oltre 200 miliardi di interessi. E l'evasione fiscale è di 115 miliardi".

Cosa pensa della contestazione al ministro Padoa- Schioppa?
"A questi ragazzi di Torino chiederei di confrontarci su questi numeri e di come investire sulla scuola, la ricerca, il welfare. Anche Padoa-Schioppa vuole risolvere i problemi, confrontiamoci sulle soluzioni".

E arrivano contestazioni anche da Vicenza per il sì all'allargamento della base militare statunitense.
"La vicenda è su due piani che non vanno confusi fra loro. Il primo è il rispetto degli accordi internazionali. Il secondo è sui temi urbanistici del territorio. Non va coltivato l'equivoco che le relazioni internazionali si reggono sulle esigenze locali".

Come nel caso della Maddalena?
"In questo caso si è ragionato con gli alleati e si è tenuto conto dell'esigenza naturale della Sardegna per arrivare a una soluzione positiva".

Perchè le due vicende sono state trattate diversamente?
"I due casi ci insegnano che davanti a problemi complessi occorrono discussioni chiare senza pregiudizi".

Lei è soddisfatto della decisione sulla Maddalena?
"Il Mediterraneo è il mare più bello del mondo, la Sardegna ha il mare più bello del Mediterraneo, La Maddalena ha uno dei mari più belli della Sardegna. Possiamo non essere felici per la restituzione di questo paradiso?".

La giunta Soru è a metà legislatura. Il suo giudizio?
"C'è un confronto stridente con i cinque anni precedenti, questa è una giunta brillante, una giunta per i sardi, la giunta dell'orgoglio sardo guidata da un presidente eccellente".

Quali le scelte che condivide di più?
"Penso alla tutela del grande capitale ambientale, la promozione del turismo, dell'industria. Comunque, mi sembra che Soru abbia il desiderio di essere giudicato alla fine".

I sindacati si sono invece detti preoccupati sui temi del lavoro, denunciano una scarsa attenzione sull'emergenza.
"Anche su questi temi registro una forte attenzione. Soru mi sembra più il presidente dei deboli che dei forti".

Tardano, però, le soluzioni di molti problemi, come l'occupazione.
"Per la Sardegna vale ciò che vale per l'Italia: E' necessario lo sviluppo, altrimenti i primi a pagare sono i poveri".